Damiano Marini non è solo un ottimo atleta paralimpico. È anche uno scrittore, un divulgatore e un testimonial di prim’ordine nel campo dello sport e della disabilità. Padovano di 42 anni, laureato in ingegneria elettrotecnica, nel 2013 è rimasto vittima di un incidente stradale che gli ha compromesso l’uso delle gambe. La ripartenza è stata trainata anche grazie allo sport, il tirathlon ma sopratutto il paraciclismo, disciplina nella quale si è laureato campione italiano. In questa stagione Damiano ha scelto di affidarsi a ZBike, unendosi alla schiera di atleti che gareggiano con il mezzo costruito da Dallara.

«Conosco la ZBike fin dalle origini, da quando Alex Zanardi presentò i primi prototipi», racconta Damiano. «Devo essere sincero, all’inizio non ero convinto, mi sembrava un progetto ancora in fase embrionali e così non l’ho approfondito, continuando a guidare il mio vecchio mezzo. Lo scorso anno, tuttavia, ho avuto la necessità di cambiare bici». E a quel punto non ha esitato a scegliere Zbike. «I miei colleghi e amici Giulia Ruffato e Davide Cortini me ne hanno sempre parlato in termini entusiastici. In più ho avuto modo di conoscere anche qualche tecnico Dallara e questo ha fatto la differenza. Sono spesso presenti alle nostre gare, in particolare Enrico Savoia, ed è un aspetto decisivo per un atleta. Sapere che, nel momento del bisogno, si può sempre contare sulla loro competenza, è un valore aggiunto che mi ha convinto ad acquistare l’handbike».

E sono bastate le prime pedalate per innamorarsi subito del mezzo. «Mi piace perché è una bici molto rigida e risponde bene alle sollecitazioni di chi la guida. È stabile, sopratutto in curva, e mi dà la sensazione di grande reattività ad ogni pedalata». Nonostante una carriera quasi decennale nel mondo del paraciclismo, Damiano vuol sognare ancora. «L’obiettivo è quello di continuare ad essere competitivo a livello agonistico anche grazie a ZBike. Non è semplice, ora che sono diventato anche papà, ma continuo a provarci con la stessa passione di sempre».